Le varici sono determinate da una dilatazione di vene superficiali all’interno delle quali, durante i movimenti,
il sangue ristagna e refluisce verso il piede anziché risalire verso il cuore. E’ necessario correggere questa
situazione anomala se si desidera evitare possibili conseguenze quali:
- aggravamento della micro varicosità esistente (“capillari dilatati”);
- aggravamento progressivo delle varici esistenti;
- varico-flebiti (piccole infiammazioni di vene superficiali);
- alterazioni della pelle e delle parti sottostanti (infiammazioni, ulcere);
- comparsa di trombosi venose profonde (rare): infiammazione con formazione di trombi in vene del sistema profondo (interne).
Per limitare tali possibili complicanze è necessario trattare le vene responsabili: questo è possibile con vari metodi, tra cui la scleroterapia con liquidi o con schiuma ecoguidata. Alternative a tale metodica sono le seguenti procedure:
trattamenti endovascolari: Laser endovascolare (EVLA), Radiofrequenza (CLOSURE FAST), l’Ablazione Endovenosa Meccano-Chimica (anche detta MOCA), iniezione di colla di cianoacrilato; chirurgia tradizionale: safenectomia per stripping, chirurgia emodinamica (CHIVA), flebectomia per mini incisioni.
La metodica di ecosclerosi consiste nell’iniezione, sotto controllo ecografico, di una sostanza sclerosante sotto forma di liquido o schiuma, all’interno di un vaso venoso (tratto di collaterale safenico o porzione dell’asse safenico, dilatazioni di vene del sottocute). Il prodotto sclerosante viene introdotto generalmente, nel caso di varici maggiori di 3 mm., in un solo punto, attraverso una singola iniezione per seduta che determina una irritazione infiammatoria nella porzione di vena trattata (trombosi chimica o sclero) seguita, dopo alcune settimane, dall’occlusione del vaso. Questo comporta il frazionamento della colonna di pressione all’interno della vena e riduzione della stasi venosa che rappresenta la causa principale delle problematiche del paziente con varici; ne consegue riduzione o scomparsa dei sintomi e delle varici con netto miglioramento funzionale ed estetico.
In caso di piccole teleangectasie (piccoli capillari rossi o blu) il liquido sclerosante viene iniettato in più punti, generalmente con l’ausilio di un venoscopio a LED o a raggi infrarossi, oppure è possibile trattare l’inestetismo causato da tali piccoli vasi intradermici con l’ausilio del laser, sia transdermico, sia usando fibre sottilissime che vengono posizionate dentro la piccola vena dilatata.
Dopo la seduta scleroterapica è frequente la comparsa nel punto di iniezione di un’ecchimosi (livido) quasi sempre seguita da un’infiammazione leggera e transitoria nell’area dove è stata effettuata l’iniezione.
Se la reazione infiammatoria dovesse essere più rilevante si potrà apprezzare nell’area di iniezione una pallina o cordone di consistenza dura associato a lieve fastidio e dolenzia che non deve preoccupare in quanto alla visita successiva, se necessario, potrà essere evacuata o aspirata.
Queste manifestazioni frequentemente scompaiono senza necessità di intervento medico. Talora, tuttavia, possono permanere esiti soprattutto in forma di pigmentazione brunastra o grigiastra sulla cute.
La comparsa di pigmentazione (macchia di colore scuro lungo il decorso delle vene trattate, tecnicamente chiamata emosiderosi) è un evento possibile anche in mani molto esperte e anche quando la procedura sia stata eseguita in modo corretto. Essa dipende da fattori individuali (predisposizione), età delle venule dilatate, esposizioni solari o a raggi ultravioletti, reflussi venosi strumentalmente non identificabili ed altre cause non note. La pigmentazione si attenua in genere nei mesi successivi e può arrivare a scomparire a seguito di terapie specifiche.
La comparsa di piccole venule rosse nelle aree trattate o nelle aree vicine (matting) rappresenta solitamente un fenomeno temporaneo e spesso risolvibile con ulteriori trattamenti. Raramente può essere permanente. Interessa persone predisposte o può dipendere da fattori ormonali e da altre cause non ben chiarite.
Le possibili complicanze gravi sono rare ed alcuni eccezionali:
- reazione allergica, che si manifesta con eruzioni cutanee (arrossamenti, orticaria) o più raramente con sintomi respiratori, collasso o morte per shock anafilattico imprevedibile, seppure molto raro: è importante che voi segnaliate vostre eventuali allergie a farmaci o ad altra sostanza e casi di allergia nella vostra famiglia;
- trombosi venosa profonda: non dimenticate di segnalare vostre pregresse “flebiti” e se usate farmaci ormonali (pillola, cerotto, etc);
- escara (“crosta”necrotica) cutanea: dolorosa e a lenta cicatrizzazione, con esito cicatriziale iperpigmentato e antiestetico;
- iniezione intra-arteriosa: complicanza riportata in letteratura ormai resa eccezionale dall’Ecosclerosi che consiste nella pratica di iniettare il prodotto sotto guida ecografica;
- sono stati inoltre segnalati transitori annebbiamenti della vista che possono verificarsi utilizzando particolari miscele di farmaco e aria;
- la colla dei cerotti può determinare una dermatite allergica, in genere transitoria, per la quale va comunque contattato lo studio medico.
Le complicanze più gravi intervengono immediatamente, ad esempio quasi tutte le manifestazioni allergiche. Le altre possono sopraggiungere ore o giorni dopo l’iniezione e pertanto dovrete in tal caso contattare il medico che ha praticato la terapia. Nella mia esperienza pluridecennale di scleroterapia, non ho mai assistito a complicanze maggiori.
Dopo l’iniezione di schiuma una compressione con calza elastica o bendaggio saranno solitamente applicate per 2 settimane, 24 ore su 24 la prima settimana, 12 ore al giorno durante la stazione eretta la seconda settimana.
In caso di scleroterapia con liquido invece verrà applicato un bendaggio che il paziente potrà rimuovere dopo alcune ore.
A scopo precauzionale viene imposto dopo ciascuna seduta di ecosclerosi con schiuma una deambulazione per circa 20’ e, nel caso si debba affrontare un viaggio in auto, si impone una sosta con deambulazione ogni 30 minuti.
Durante il periodo di trattamento, qualora dovessero presentarsi situazioni particolari di alterata deambulazione (allettamento, sciatalgia, distorsione etc.), è necessario informare il medico per poter intraprendere l’adeguata profilassi anti trombo-embolica mediante eparina sottocute.
Va comunque sottolineato, per completezza, che, in medicina, nessun atto terapeutico risulta associato a rischio zero per cui anche la banale assunzione di un’aspirina o di un antibiotico possono, in rarissimi casi, in soggetti predisposti, innescare gravi reazioni allergiche fino allo shock anafilattico con decesso.
Ma solo la corretta indicazione al trattamento, l’accurato studio emodinamico, la precisione nell’esecuzione dell’atto terapeutico unitamente all’adeguata informazione e responsabilizzazione del paziente per ottenerne la massima collaborazione, potranno ridurre al minimo i rischi di complicanze importanti.
Si ricorda infine che data l’evolutività della malattia è possibile la comparsa nel tempo di nuove vene dilatate che potranno comunque essere trattate con la stessa metodica, ma con impegno minore rispetto alla fase iniziale (controlli prestabiliti sono previsti annualmente).