Prevenzione

E’ comune che, dopo una giornata di lavoro in piedi o dietro una scrivania, compaiano in molti soggetti, soprattutto di sesso femminile, sgradevoli sensazioni di stanchezza, pesantezza, gonfiore, irrequietezza e dolore agli arti inferiori accompagnati spesso a crampi notturni; tali fenomeni si accentuano sensibilmente verso sera, con il caldo o prima del ciclo mestruale.
La staticità prolungata, la vasodilatazione da caldo od ormonale favoriscono un ristagno del sangue che sarà massimo alla caviglia e decrescente man mano che si sale verso l’alto, tale comunque da aumentare la pressione venosa e favorire così la fuoriuscita dal letto circolatorio di liquido, che diventa addirittura irritante per i tessuti: l’edema.
Lo stare in piedi, seduti o fermi comunque per molte ore, favorisce la stasi con un aumento di pressione sanguigna alla caviglia.
Mancando quindi l’attività muscolare, la pressione rimane elevata condizionando così il riassorbimento dei liquidi dagli spazi intercellulari e determinando quella serie di sintomi che vanno dal senso di peso e gonfiore al prurito fino all’edema vero e proprio.
Fondamentale è quindi la prevenzione di questa oramai vasta schiera di deficit del microcircolo degli arti inferiori e poiché, come è stato ricordato sopra, il nemico primo da combattere è l’ipertensione venosa in assenza di moto, è intuibile come il presidio d’elezione per la prevenzione della stasi venosa sia contrapporre dall’esterno una pressione valida e sufficiente a contrastare, anche in situazione di struttura venosa integrata, la pressione interna eccessiva e ridurla, valida perchè deve essere graduata ed utile quindi a far risalire il sangue al cuore.

Ancor di più il concetto di prevenzione è importante se si pensa che la Malattia Venosa Cronica (MVC) è una patologia rilevante sia dal punto di vista epidemiologico sia per le pesanti ripercussioni socio-econimiche che ne conseguono.

In Italia soffre di MVC agli arti inferiori una percentuale variabile del 10 al 50% della popolazione adulta maschile e del 50-55% di quella femminile. La presenza di varici è riscontrabile in una percentuale che oscilla tra il 10 e il 33% delle donne e tra il 10 e il 20% dei maschi adulti.

 

FITOTERAPIA IN FLEBOLOGIA

I farmaci flebotonici devono essere impiegati per ridurre la sensazione di peso ed il gonfiore delle gambe o la tensione emorroidaria; nessuno studio clinico ha peraltro dimostrato la loro sicura efficacia nel prevenire la rottura dei capillari e la conseguente formazione di microvarici o teleangectasie.
Questi farmaci devono essere prescritti dal medico dopo una diagnosi di malattia venosa e, in ogni caso, sono quasi privi di efficacia se il paziente non rimuove contestualmente, laddove possibile, la causa della malattia (ipertensione venosa, varici, stasi venosa periferica etc.).
Poiché molti di questi composti sono disponibili nelle farmacie come integratori e quindi acquistabili senza ricetta medica, essi hanno avuto in questi anni enorme diffusione: inevitabilmente però l’assunzione di queste sostanze, non preceduta da una corretta diagnosi medica e non accompagnata da una terapia mirata a correggere il difetto o la causa di tali sintomi, fa sì che la loro efficacia sia limitata e di breve durata.
Ecco alcune brevi informazioni sui principali composti in uso.

 

Escina
Sostanza estratta dall’Ippocastano, capace di ridurre la permeabilità capillare, generando un effetto vasocostrittore. Grazie alla sua spiccata attività antinfiammatoria, antiedemigena e flebotonica trova indicazione nei disturbi derivanti da vene varicose (crampi, gambe pesanti, …), nelle “flebiti”, linfangiti e nei gonfiori conseguenti a trauma. Se associata ad altre sostanze trova indicazione nei disturbi emorroidari, nelle ragadi e come terapia di supporto dopo interventi di emorroidectomia.

 

Centella Asiatica
La sua azione si esplica soprattutto sul trofismo cutaneo, migliorando il tono dei vasi del microcircolo: ne deriva un aumento del drenaggio linfatico con una riduzione dell’edema. I suoi effetti vantaggiosi si evidenziano anche nelle pazienti affette da cellulite, nelle quali aumenta il trofismo cellulare associando un’azione antinfiammatoria, con riduzione dei processi sclerotici. Il flusso sanguigno ne trae giovamento: si assiste a riduzione dei sintomi dell’insufficienza venosa.

 

Gingko Biloba
Le foglie di Gingko Biloba contengono flavonoidi, terpeni ed altre sostanze in grado di ridurre la fragilità capillare; si ha inoltre un aumento della fluidità sanguigna, con conseguente miglioramento della circolazione. Per la loro capacità antiossidante prevengono i danni a livello delle membrane cellulari. La sua azione vasoprotettiva e antiradicalica trova indicazione anche nei disturbi legati ad insufficienza arteriosa periferica.

 

Vitamina E
E’ caratterizzata da spiccata attività antiossidante, proteggendo le strutture cellulari dai danni provocati dai radicali liberi

 

Rutina
Appartiene alla famiglia dei Bioflavonoidi; esplica la sua azione regolatoria a livello del microcircolo prevenendo la fragilità capillare. Si comporta anche come antiossidante. L’associazione con la Cumarina ne potenzia l’azione.

 

Meliloto
Utilizzato per i suoi benefici effetti che si manifestano soprattutto a livello del microcircolo: riduce i fenomeni infiammatori aumentando la motilità linfatica, comportandosi da regolatore del drenaggio linfatico. Ippocastano. Il suo derivato fitoterapico (l’Escina) ha proprietà antinfiammatoria, vasoprotettiva e flebotonica.

 

Mirtillo
Pianta ricca di Flavonoidi: i suoi estratti sono utili per proteggere il microcircolo. Viene utilizzato per contrastare la fragilità capillare ed i gonfiori di origine venosa o linfatica.

 

Equiseto
Svolge un’azione rassodante cutanea grazie alla sua capacità di migliorare ed aumentare la resistenza e l’elasticità cutanea: Utilizzato negli edemi post-traumatici e in quelli derivanti da una prolungata posizione ortostatica.

 

Bromelina

Estratta dall’ananas ha spiccate capacità antinfiammatorie ed antiedemigene.

 

Picnogenolo

l Picnogenolo è una miscela di sostanze antiossidanti estratta principalmente dalla corteccia di Pino marittimo (Pinus pinaster) e dai semi di Vitis Vinifera. I componenti più rappresentativi del picnogenolo sono le pro-antocianidine oligomeriche (80-85%), la catechina, la taxifolina e gli acidi fenolici. Tutte queste sostanze sono presenti in concentrazioni significative anche nell’uva (semi e buccia), nel cacao, nel tè verde, nelle mele e nei mirtilli. Le proprietà ascritte al picnogenolo sono essenzialmente antiossidanti, antinfiammatorie, antiaggreganti piastriniche e capillarotrope (preserva il collagene dei capillari sanguigni dall’azione lesiva dell’enzima elastasi); tali estratti sono quindi inclusi negli integratori destinati al trattamento di edemi, fragilità capillare, malattie cardiovascolari, e nei disturbi della circolazione periferica, come l’insufficienza venosa e le sue manifestazioni (gambe stanche e pesanti, pruriti, gonfiori).